Il suo nome pronunciato da me, ancora adesso, con la mia voce roca e fonda, il suo nome che nasceva dalla mia pancia di farfalle e passava attraverso la mia gola era il più bello del mondo, infondeva coraggio al suo essere donna e femmina, scivolava dentro di lei e la definiva, le dava luogo e tempo, e un’origine certa.
Ha tradito se stessa. Ha deluso.
Era una incantatrice di serpenti.
Nella sua natura cinica. Egoista eccentrica.
È intrisa di precetti della sua zona d’origine, un dolce mondo fatato e falso. Come lei.
Peccato per le mie farfalle.
Le ha uccise. Il suo veleno narciso.
Le Storie di Aleeee
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