Acri Cs
Ridente cittadina nel verde…
Acri è una ridente cittadina, in provincia di Cosenza fra la Sila e il mare Ionio, un luogo in cui la storia ha intessuto una tela affascinante fatta di arte, storia antica, architettura laica e religiosa, artigianato, gastronomia tipica, e offre l’immagine di una comunità laboriosa e serena, ultimo dono dell’antica civiltà contadina, dove l’ospitalità rappresenta la cultura dominante ereditata dai popoli della Magna Grecia. Il luogo ideale per una vacanza all’insegna del relax e della pace interiore.
Puoi visitarla per goderti i suoi tramonti, i suoi colori, i profumi, i costumi, il centro storico, i suoi palazzi (come il Palazzo Sanseverino Falcone, fatto costruire da Principe Leopoldo Sanseverino, casa natale di Battista Falcone, triumviro di Sapri, morto eroicamente nella sfortunata e gloriosa spedizione organizzata insieme a Nicotera e Pisacane, il Palazzo Padula, casa natale del genio poetico e lettererio di Vincenzo Padula, definito l’Ariosto delle Calabrie, ora sede della Biblioteca Comunale, del Museo della Civiltà Contadina e della Fondazione Padula, il palazzo Giannone, da secoli antica casa dei Conti Giannone, il Palazzo Civitate ove sul muro ad est campeggiano strane gabbiette di ferro, le “caggiarole” ove furono esposte le teste di alcuni briganti) e le sue chiese (San Nicola ante Castillum del XI secolo, un piccolo scrigno di architettura medioevale, Santa Maria Maggiore, che sorge sulla vetta del centro storico, da cui si ammira il panorama pittoresco della Valle Mucone, l’antico Acheronte, la Chiesa di San Domenico,la Chiesa di San Francesco,ove riposano i resti mortali del Beato Francesco Maria Greco, sacerdote mistico fondatore dell’Ordine delle Piccole Operaie, la Chiesa dell’Annunziata che sorge all’incrocio di due torrenti, sul nucleo originario della Cappella del Carmine del XIII secolo, la Chiesa di Santa Chiara o Santa Caterina, la Basilica del Beato Angelo d’Acri, ove riposa l’urna del sacerdote cappuccino la cui memoria è sacra agli acresi per la sua vita improntata all’estasi mistica e alla predicazione) Nota come “Terra di Martiri, di Santi e di Poeti” ha una posizione strategica, immersa nel verde di castagneti e querceti, dista mezz’ora dal Parco Nazionale della Sila, quaranta minuti dal Mare Ionio e dalle cittadine di Corigliano Calabro e Rossano. Acri è la tipica cittadina di montagna, che tu ci passi un solo fine settimana o che tu vada a viverci per più tempo poco importa: Acri si lascia amare da tutti, per l’anima originale del proprio territorio e per l’indole affabile e ospitale della sua gente
Parliamo di cose serie: dove mangiare?
Mitteleuropea, multiculturale, ormai anche multietnica, Acri è una città in cui troverai ottimo cibo e ottimo vino per tutti i gusti e per tutte le tasche. I ristoranti sono legati alla tradizione e spesso i gestori sono persone del posto, capaci di prepararti vere e proprie delizie tramandate da generazioni, nel rispetto rigoroso della autentica genuinità e filiera corta. Fra tutti suggeriamo: Ristorante Trattoria Old Station, Agriturismo Ristorante Bio Sila, Ristorante Silana da Camillo, Ristorante Venere, Ristorante Panoramik, Ristorante Antico Rustico, Ristorante la Veranda, Ristorante il Carpaccio, Ristorante la Tettoia, Ristorante Supersonik, Ristorante da Rosalbino,Ristorante Fontana di Rò, oltre che le innumerevoli Pizzerie, Locande e Pub di ogni genere, Pasticcerie e Gelaterie artigianali di vero pregio e qualità.
Una domenica perfetta
Se vuoi vivere la nostra Acheruntia o la nostra antica Pandosia, città enotria che fiorì prima della colonizzazione greca, dopo aver fatto una buona colazione dirigiti verso il centro della città per visitarla in pieno relax fra stradine, piazze e chiese…..,una nota particolare merita il mercatino dell’usato che di solito viene svolto nella seconda domenica di ogni mese, o il mercatino della frutta e della verdura, con prodotti a km 0, nel cuore del centro storico, in piazza Marconi, raggiungibile percorrendo tutta la Via Padula ….. Il pomeriggio invece, puoi “deliziarti l’animo e la mente” con un buon bicchiere di vino acritano o una tazza di tè, accompagnata da una fetta di torta o gustando un ottimo gelato artigianale in una delle migliori caffetterie/pasticcerie/gelaterie artigianali in zona Corso Sandro Pertini o adiacenze della Chiesa dell’ Annunziata. La sera, dopo una scorpacciata di sani, genuini e locali salumi e formaggi a scelta in una delle numerose Trattorie, Locande, avrai davvero l’imbarazzo della scelta tra pub o bar per un buon cocktail o una semplice birra della buonanotte. L’arte del ricamo fatto ancora a mano con numerosi punti vendita attirerà sicuramente la tua attenzione.
Sarà amore a prima vista...
Se sei appassionato di natura, storia o architettura, Acri ti farà da buon testimone. Vai al Maca, Museo di arte contemporanea per ammirare tante opere del Novecento, del Maestro Silvio Vigliaturo. Interessante anche il Museo Casa del Beato Angelo zona centro storico dove potrai ammirare la Basilica dello stesso Beato e meta di pellegrinaggi da tutto il mondo per l’esemplare figura dello stesso sacerdote cappuccino in procinto di essere santificato.I monumenti a Battista Falcone, l’eroe di Sapri, e Ai Caduti di Acri nelle Guerre. La Torre Normanna di Padia, unico resto dell’antico castello, la cui fondazione si perde nella notte dei tempi, da dove si può ammirare Acri nel suo complesso e con vedute assai suggestive. Nel Chiostro del Complesso di San Domenico potrai ammirare il Museo Permanente del Fungo, della Flora e dei Licheni, unico in Italia nel suo genere, gestito dal Gruppo Micologico Naturalistico Sila Greca. Una volta finito il giro turistico della piccola grande Acri, potrai programmare il weekend o la settimana girovagando fra mare e montagna, perdendoti nella rustica e genuina Sila Greca e nella maestosa Sila Grande, un altopiano circondato da montagne ammantate da foreste di pino laricio e abeti bianchi secolari, laghi, fiumi e natura selvaggia,e nota nel mondo come la Piccola Svizzera. Potrai visitare il Museo e Orto botanico del Centro Cupone, sul Lago Cecita, nel cuore del Parco Nazionale della Sila, più di settantamila ettari di territorio protetto ove studiosi di tutto il mondo vengono ad ammirare ed osservare la biodiversità botanica e la bellezza delle orchidacee spontanee. Ancora qualche chilometro e incontri Camigliatello Silano, stazione sciistica già meta di tanti amanti della montagna provenienti dalla Puglia e dalla Sicilia. Ancora, a mezzora dal Lago Cecita, San Giovanni in Fiore, città di Gioacchino da Fiore, secondo Dante “di spirito profetico dotato” con la sua splendida Abbazia, i preziosi gioielli di Spadafora, i Tessuti e Tappeti rigorosamente artigianali. Sul versante Ionio si può ammirare il Parco Archeologico di Sibari, vestigie della più grande città della Magna Grecia, il Castello Ducale di Corigliano Calabro, la città di Rossano con la sua famosa Basilica Bizantina ove è custodito il Codice Purpureo, copia dei Vangeli miniata in oro, (ne esistono solo due nel mondo), il museo antico della Liquirizia Amarelli e altre originali attrazioni come il Parco giochi sull’acqua più grande d’Europa – Acqua Park Odissea 2000.
Ricche di cultura, in Acri, rimangono le iniziative del Centro Studi “Vincenzo Padula” con il rinomato e prestigioso Premio Padula a caratura nazionale (fine novembre) e del Comitato del "Premio Giuseppe Antonio Arena" che lasciano segni indelebili nella cultura regionale e nazionale; parimenti, arricchiscono la vita sociale e culturale della cittadina ciascuna delle iniziative delle numerose associazioni, del Comitato Pro Centro Storico, di Acri nel Cuore, di Acri Antica Pandosia, del Rotary Club, del Lyons Club, dell’Associazione Micologica Bresadola “Gruppo Sila Greca”che organizza ogni anno l’Ottobre Micologico Acrese, (www.ambsilagreca.it), della Pro-loco o i molteplici raduni del Moto Club “Pignataro”, della “Vespa Club”, del “Club delle 500”, o le gare nazionali automobilistiche e bocciofile “Gruppo Bocciofilo Acrese”, del club “Calabria Motor Sport” che vengono realizzate per la passione dei loro presidenti e soci.
…Curiosità storiche….
“…Ci sono città che i secoli inghiottono in una strana amnesia. Trovarne l’origine sarebbe come scoprirne una nuova identità, forse quella vera”. È il caso di Pandosia, piccola colonia preellenica che la leggenda vuole fondata nel meridione d’Italia, dal leggendario Italo, re degli Enotri. Tale ne fu l’importanza che ebbe anche propria moneta risalente al V secolo a. C., in cui era raffigurata da un verso, la divinità con diadema e dall’altra il dio del fiume Crati. Gli storici antichi, Strabone, Tito Livio, Plinio il Vecchio (colui che morì durante l’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei, Stabiae ed Ercolano) in realtà, raccontano di una Pandosia bruzia e di una Pandosia lucana. Due regioni con una stessa origine. Il popolo del vino, gli Enotri.
Pandosia fondata diciassette generazioni prima di Troia (dal greco Pan-tutto, dono) è il nome di una giovane ninfa che le fonti accostano spesso a Diana. E come spesso è accaduto nella storia delle colonizzazioni greche o romane si crea, in altro luogo, l’impianto originario della madre patria. Ed in effetti, la Pandosia originale si trova in Epiro su una Acropoli sotto cui scorre il fiume Acheronte. Ed un fiume Acheronte scorre sia nella Pandosia Bruzia, che in quella lucana nella val D’Agri.
Ma oggi dov’è Pandosia Bruzia? Con questo nome due sono i probabili luoghi che le fonti storiche citano. Una parte, la vuole riconoscere nella cittadina di Acri (Ακρα, sommità), l’antica Acheruntia, il cui nome ricorda il fiume più volte citato. Acri, durante le guerre Puniche, strinse alleanza con Cartagine, sconfitta poi dai Romani. Si mise in contrasto agli Ostrogoti di Totila. Fu teatro di una delle battaglie tra Aragonesi ed Angioini.
Molti reperti archeologici risalgono all’epoca brutia e soprattutto il castello (Rocca dei Bruzi) che doveva avere forma trapezoidale, sorto per difendere tutta la piana di Sibari ed oggi visibile solo in parte. Altre fonti riconoscono Pandosia nella zona tra Mendicino e l’attuale Castrolibero, l’antica Castelfranco, vicinissima a Cosenza, dove anche qui numerosi sono i reperti di epoca bruzia tra cui resti di mura difensive (località Palazzotto).
Qui la toponomastica e i documenti antichi parlano di un casale dal nome Pantosa o Pandosa (metà del XV secolo.) e della chiesa San Nicola de Pantusa.
Nell’ incertezza di localizzare la Pandosia bruzia, restano le fonti storiche che raccontano dell’atroce fine di Alessandro il Molosso, re d’Epiro, (zio e cognato del più noto Alessandro Magno) che proprio qui, tra il 331 ed il 330 a. C., così come gli era stato predetto dall’oracolo di Dodone “A Pandosia dai 3 colli…perderai il popolo”. E la Pandosia dai tre colli, in cui doveva trovarsi l’accampamento dello sfortunato Alessandro, era vicino al fiume Acheronte, nei pressi di Cosenza, al confine tra i possedimenti lucani e bruzi. Raccontano Tito Livio e Strabone che Alessandro il Molosso fu ucciso per mano bruzia e parte del corpo trasportato a dorso di un mulo fino a Cosenza.
Fin qui la storia.
Gli ingredienti ci sono tutti per un ennesimo itinerario turistico-culturale per appassionati di storia e archeologia alla ricerca della Pandosia perduta!
Lungo il Mucone qualcosa di remoto e misterioso
L’identità di un popolo o di un territorio a volte affonda il suo archè non solo nella storia recente e prossima ma paradossalmente in quella remota. La stessa geomorfologia dei luoghi, i profili delle montagne modellate dal tempo, i fiumi che scorrono dentro valli imponenti non danno solo smarrimento e sensazioni di bellezza ma spingono il pensiero nei meandri più antichi della storia umana. E’ come se il genius loci, l’anima del luogo, come direbbe Francesco Bevilacqua, abbia attraversato la storia a ritroso per giungere fino a noi. Chiunque ha percorso la Valle del Mucone verso Acri con l’occhio pronto a leggere la semantica del paesaggio sa di avere colto qualcosa di remoto e misterioso nel vedere apparire da lontano la carena di San Cataldo che sorge fra due fiumi quasi a sorreggere il centro storico, e di avere intravisto in questa impressione l’antica porta della Sila. E la suggestione diventa la porta della conoscenza, quella che ti spinge a cercare tra gli scritti del passato e a rileggere i contributi di autori recenti. La stessa suggestione che si prova a rileggere il passo di F. Lenormant nella sua famosa Grande Gréce “… affermo che è là (rif. nella Valle del Mucone) che bisogna cercare Pandosia, è là che si troverà il suo sito. Essa non può essere che là o in nessun altro posto. Pandosia era attigua alle grandi foreste della Sila. E questo aveva fatto la sua importanza e la sua ricchezza. Era la città dove si concentravano i prodotti delle innumerevoli mandrie di alta montagna e delle altre attività forestali, la cera delle api selvagge, la pece così ricercata della Sila, e il legname per le costruzioni navali, che veniva trasportato dalle acque dell’Acheronte e del Crati. La città di Acri, che le succedette in questo ruolo, è stata sempre una comunità ricca, dedita al commercio, popolosa.” ) (Acrinrete)
(A. V.)
Buon viaggio e buon soggiorno
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